La vecchia Parrocchiale di San Marco

Negli atti della visita vescovile del 25 ottobre 1519, come riportato in un famoso manoscritto storico del secolo scorso, la vecchia chiesa parrocchiale di San Marco veniva descritta così:

“Ecclesia S. Marci de Crespano posita est in superficie cuiusdam collis, quae est curata et capella S. Eulaliae; ecclesia satis pulcra et ornata, longitudinis pedum 95, latitudinis 55 et totidem altitudinis; cum tribus fenestris a meridie et una rotunda ab occidente; cum duabus portis: una magna a parte occidentis et altera parva a meridie; cum suo cemeterio circumcirca clauso et campanile quod de novo aedificatur cum una campana etc.”

La chiesa aveva allora tre altari: l’altare maggiore in fondo ad oriente, accessibile con tre gradini; quello sul lato nord dedicato alla Maria Vergine e quello sul lato sud dedicato al Corpus Domini. Già circa ottant’anni dopo, in una successiva visita pastorale, questi altari venivano considerati troppo ristretti e mal posizionati, risultando di intralcio alle funzioni religiose. Il campanile, nel frattempo, era stato completato ma definito “edificato assai alla trista”, sebbene si fosse aggiunta una seconda campana.

L’origine della chiesa di San Marco risultava già allora incerta: si diceva fosse stata edificata per sostituire l’antica chiesa di San Pancrazio, divenuta inadeguata per la crescente popolazione e mal collocata per la difficoltà di accesso. Questa incorporazione con la parrocchia di San Paolo avvenne nel 1488.

Durante il ministero del parroco don Aurelio Fossa (circa 1603–1624), cittadino bassanese, pubblico notaio e forse anche monsignore, si avviò un’importante opera di rinnovamento. In quegli anni si costruì un nuovo coro a volta verso oriente, si elevò e decorò il campanile, e l’interno della chiesa venne completamente rinnovato. L’edificio fu nuovamente consacrato. Oltre all’altare maggiore, furono edificati due nuovi altari: uno dedicato alla Beata Vergine del Rosario e l’altro, di fronte, alla Beata Vergine del Covolo.

 

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Il pregevole affresco forse trecentesco, come appariva sul rudere della chiesa.

Nel 1613, Antonio di Giovanni Ceccato di Crespano chiese al vescovo il permesso di costruire un nuovo altare dedicato a San Francesco, offrendo 52 ducati per la costruzione e altri 50 da destinare alla manutenzione. L’altare, in legno dorato, fu completato nel 1620 e arricchito con una pala di Gerolamo da Ponte. Davanti a esso, Ceccato fece realizzare la tomba di famiglia.

Nel 1675, durante un’altra visita pastorale, fu registrata la costruzione di un quinto altare ad opera della confraternita della Beata Vergine della Consolazione, nota anche come della Cintura.

Un vecchio campanile e un’aspra facciata in pietra sono ciò che resta oggi dell’antica chiesa di San Marco, costruita tra il X e il XII secolo sul Colle de Crespan. Già nel 1297 è documentata come parrocchiale della diocesi di Padova, sotto la pieve matrice di Sant’Eulalia. All’epoca era officiata da due sacerdoti, Prandolino e Giovanni, probabilmente successori l’uno dell’altro. Viene indicata con il doppio titolo dei Santi Pancrazio e Marco, con Marco che nel XIV secolo prende il sopravvento come santo patrono.

Nel Seicento, il coro fu ricostruito in pietra lavorata a scalpello e accolse il SS. Sacramento proveniente da San Pancrazio. Gli altari confermati erano tre: quello della Beata Vergine del Covolo a nord, con pala raffigurante Maria Vergine, San Rocco e San Sebastiano, e quello del Rosario a sud.

Nei primi anni del Seicento si intervenne anche sul campanile, alzandolo e decorandolo secondo i canoni rinascimentali. Nel 1687, il vescovo San Gregorio Barbarigo salì sulla torre per benedire le campane, episodio ricordato da una lapide.

La chiesa rimase parrocchiale fino al 1762, quando fu inaugurato il nuovo tempio. Da quel momento iniziò il suo declino: nel catasto napoleonico del 1811 risulta già demolita la navata, probabilmente per ampliare il cimitero.

La facciata, rimasta in piedi, conservava un affresco dei santi Prosdocimo e Giustina (XV secolo), oggi restaurato e collocato nella sagrestia del Duomo.

Bibliografia: “Per Conoscere Crespano del Grappa – La storia, i luoghi, le opere” (2002)