Sacello Madonna del Grappa

Sacello della Madonna delle Genti Venete

Un Monumento alla Memoria e alla Gratitudine

Il 4 agosto 1901 il patriarca di Venezia S.E. Giuseppe Sarto, divenuto qualche anno dopo Papa Pio X, benediceva la statua della Madonna con Bambino collocata sopra un sacello eretto sulla cima del Monte Grappa: una testimonianza religiosa che, come tante croci che dominavano le più importanti vette dell’arco prealpino, aveva anche lo scopo di contrastare l’anticlericalismo che dilagava tra la borghesia dei principali centri pedemontani, in questo caso Bassano.

La sacra immagine bronzea, alta due metri e 20cm, dominava la pianura veneta e sarebbe divenuta, come volle il cardinale Sarto, la protettrice delle genti venete che ogni anno le avrebbero reso omaggio con un pellegrinaggio che ancor oggi si ripete la prima domenica di agosto. Durante le vicende della Grande Guerra la Madonnina del Grappa, venerata non solo in Italia ma anche tra i moltissimi emigranti sparsi nel mondo, fu diretta testimone delle battaglie di prima linea, rimanendo colpita da una granata. 

La Cappella venne costruita in pietra rossa del Grappa (in quanto la mancanza di strade non consentiva il trasporto di materiali dal piano) ma la roccia del monte non si prestava a realizzare anche la statua.

Cinquant’anni or sono, il 14 gennaio 1918, durante un furioso combattimento sulla cima del Grappa venne colpita e resa mutilata la statua della Madonna.

Quando la statua rimase mutilata i nostri soldati la trasportarono nella chiesa di Borso del Grappa e poi a Crespano nella cui parrocchiale rimase esposta alla venerazione dei soldati e della popolazione.

Concluso il conflitto, per ordine del Comando Supremo, passò a Bologna per restauri che però non vennero eseguiti perché la statua fu, dapprima, richiesta alla Mostra di Guerra di Bologna e poi a quella di Genova. Nel maggio del 1920 fu trasportata a Padova per una solenne funzione e finalmente tornò a Crespano.

Video: Alberto Ardit Unframedstudio.com

Un anno dopo il Comitato ne affidò il restauro all’artista cav. Emanuele Munaretti di Venezia dal cui studio ne uscì riparata nelle parti mancanti, rimesse in modo che fossero visibili le “ferite”. Riportata a Crespano, venne esposta alla pubblica venerazione in preparazione della grande festa del 3 e 4 agosto. Nel pomeriggio del 3, in forma solenne, con trionfo incomparabile, la “grande Mutilata” partiva alla volta del Grappa ossequiata da vescovi e dagli alti ufficiali italiani ed esteri, acclamata da una folla immensa di popolo.

Il giorno 4 con cerimonia religiosa patriottica, veniva scoperta al pubblico sopra il suo sacello dinnanzi al gen. Giardino, agli ufficiali dell’Armata del Grappa, alla presenza dei vescovi e delle autorità politiche e civili attorniate da oltre 30mila persone. Con la costruzione del sacrario di Cima Grappa il sacello non fu più riedificato e la statua restaurata della Madonnina fu spostata al suo interno.

Così scrisse il 3 agosto 1921, mons. Angelo Bartolomasi, allora vescovo di Trieste, già vescovo Castrense in periodo di guerra nella chiesa di Crespano: «Lassù ti faranno corona a mille a mille la tombe degli Eroi che caddero e, ricordando la madre, Ti invocarono. (…) Ascendi Regina di Pace e di là ove Ti adergerai silente fra i morti nostri, stendi l’ombra della Tua protezione sulla Veneta terra e sopra l’Italia tutta! E sia la pace un nuovo trionfo tuo – Madonna del Grappa – e segni nuova grandezza della Patria Nostra».

La Madonna
del Grappa

L’immagine della Madonna del Grappa è una delle più belle immagini della Vergine SS.ma che si conoscano.

La Vergine ha un’espressione di grande bontà. La fronte aperta e serena, gli occhi raccolti ed alquanto chinati in basso a mirare chi le sta dinanzi, la bocca delicata e composta a lieve sorriso, il capo redimito di corona regale, racchiuso da un velo, che scende sulle spalle nascosto a sua volta da un ampio manto annodato sul petto e che circonda tutta la persona. Il braccio destro, uscendo dal manto, si protende in avanti ed alquanto in basso. La mano fra il pollice e l’indice tiene lo scettro, ricco e ben tornito, simbolo della potenza regale concessa da Dio a Colei che è l’Ausiliatrice del popolo cristiano.

Sul braccio sinistro posa il Bambino Gesù, vestito di semplice tunica, che lo ricopre tutto. Egli guarda amabilmente e sorride: alza la destra in atto di bene-dire, con le tre prime dita distese, a significare il mistero della SS.ma Trinità, le altre due piegate: colla sinistra tiene una piccola croce, che appoggia sul petto.

La Vergine posa i piedi su una sfera che simboleggia il mondo; e col piede destro schiaccia la testa di un serpe, che insidioso col suo viscido corpo avvolge la sfera. E’ l’Immacolata, che col suo virgineo piede trionfa prodigiosamente del maligno.

La statua alta due metri e 20 cm. in metallo fuso, fu collocata sulla sommità del piccolo Sacello come simbolo della particolare protezione di Maria sulla Regione Veneta: divenne poi la insegna dei soldati della
IV Armata ed il Simulacro venerato da tutti gli Italiani.

Un soldato così cantò la bellezza di questa sacra Immagine :

La più bella Madonna che vi sia
L’ho vista un di
Salendo la montagna…
La Madonna del Grappa,
L’ho veduta sull’alto della roccia
Un bel mattino della primavera
E mi sembrava una Madonna vera
Per l’espressione
E perchè in alto era…

E alla Madonna mossi una preghiera:
Deh! fa’ che a Te vicino la bandiera
Nostra sia sempre:
E fa che il soldatino, che la sera
Pregando a Te si prostra,
Abbia vittoria in premio alla preghiera
O Madonnina nostra,
Bella Madonna della primavera.

Il santuario della Madonna del Grappa in Tuglie (LE)

Durante la prima guerra mondiale, le sorti dell’esercito italiano, schierato contro le truppe austro-ungariche, si decidono proprio sul Monte Grappa e la statua della Madonna, lì collocata, diviene muta spettatrice di supremi sacrifici e sublimi eroismi; guarda i nostri soldati che a Lei si volgono cercando la cara immagine della madre lontana e tra loro, con materno sorriso, infonde coraggio a chi combatte, consola e benedice chi muore.

Nei momenti di tregua, i soldati italiani, stanchi e sfiduciati si riunivano intorno al piccolo sacello della Vergine, per riposarsi e pregare.
Proprio qui, il giorno 14 gennaio 1918, alle ore 10 del mattino, una granata austriaca colpisce il santo simulacro sul lato sinistro, facendolo cadere dal piedistallo: restano incolumi i soldati ai piedi del sacello. Da quel momento, il legame tra i  soldati e la madonnina mutilata, diventò indissolubile.
Testimoni di quell’evento furono molti Cittadini Tugliesi che militi di quegli infausti conflitti, tornati alle loro case vollero ricordare per sempre la soave Madonnina e l’eroismo dei tanti che furono tra loro ma non fecero più ritorno.
Per questo, negli anni 1938-40, i combattenti Tugliesi, guidati dal dott. Cesare Vergine, decisero di dare il nome di “Montegrappa” alla collinetta che sovrasta il paese di Tuglie, costruendovi in cima una chiesetta dedicata alla Madonna e un sacello in memoria dei caduti.
I festeggiamenti civili e religiosi alla Beata Vergine del Grappa, si sarebbero svolti il 4 agosto di ogni anno, in concomitanza con quelli che si svolgevano e tuttora si svolgono sul Monte Grappa veneto.

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Primo Sacello
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Primo Sacello
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Primo Sacello
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Il Sacello
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Il Sacello fra la neve
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S. E. Mons. Pellizzo chiude la Sacra Funzione
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Il Santuario
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Il Maresciallo d'Italia Gaetano Giardino